"Nella ginnastica odierna la mancanza di femminilità non abbassa i punteggi. Sì, si dice che il nostro sport debba tornare a essere bello, ma sono solo parole." - Aliya Mustafina, intervista a Bolshoi Sport.
Da questo estratto di un'intervista ad Aliya Mustafina è scaturita una mia riflessione riguardo le donne nello sport e il concetto di femminilità.
Metto subito in chiaro che con questo articolo non voglio assolutamente denigrare Aliya, ben conscia che ognuno deve essere libero di esprimere la proprio opinione e che con queste parole la ginnasta russa non intendeva offendere nessuno.
Inoltre, come ha fatto notare la pagina tumblr "translating russian gymnastics", la cultura russa è per molti versi diversa da quella occidentale, e va rispettata. Qui trovate la spiegazione di "translating russian gymnastics".
Ma veniamo a noi.
Il commento sulla "femminilità" rispecchia una mentalità maschilista in senso lato, che tutti noi abbiamo inconsciamente a causa della società. Molti pensano che una atleta donna debba essere bella e femminile. Ma perché? E' come se una donna dovesse apparire bella e seducente come la società vuole che sia in ogni momento della sua vita, è come se le donne non fossero realmente equiparate agli uomini neanche nello sport.
Quante volte si sente dire "Ma quella donna (che sia una tuffatrice, una ginnasta o chicchessia) ha un fisico da maschio, che brutta" oppure "I suoi movimenti non sono femminili, non è aggraziata". E allora? Perché una donna dovrebbe essere aggraziata o "bella" mentre fa un tuffo, o dà un calcio di taekwondo o esegue un salto? Si richiede forse tutto ciò agli uomini?
Lo sport è sport ed è universale, ognuno con la sua diversità contribuisce a renderlo bello.
Affermare che la femminilità sia un requisito essenziale per una sportiva vuol dire operare una ingiusta discriminazione verso il genere femminile, che può "fare le cose degli uomini" ma solo nel modo in cui ci si aspetta che le donne piacciano agli uomini.
Per quanto riguarda la ginnastica: l'artisticità è espressione della personalità della ginnasta e l'interpretazione di un ruolo. Forse tutte le donne sono femminili nel senso di aggraziate ed eleganti? Ogni donna è "femminile" più o meno e in modo diverso. Perché in una coreografia al corpo libero non si può essere liberi di interpretare qualsiasi ruolo? Se una atleta esprime la sua femminilità nella sua routine ben venga, se esprime un altro "ruolo" o, per meglio dire, dà risalto a un altro aspetto, ben venga!
Ci sono routine drammatiche, routine allegre, routine con musica dubstep e routine con musica classica, ogni atleta è libera di esprimere ciò che vuole nel suo esercizio. Se la femminilità è definita come "appartenere al genere femminile" allora ogni atleta donna è femminile,e dire che non lo è sarebbe un'orribile offesa al suo essere e sentirsi donna. Ma se la si intende in qualsiasi altro modo (come traspare nell'intervista) non può assolutamente essere un criterio di valutazione!
Qualcuno penserebbe mai di valutare la virilità di un esercizio maschile? Io dico di no.
Voglio precisare che qui non sto parlando di eleganza vs potenza (per la mia opinione sull'argomento potete leggere questo post). C'è chi preferisce le ginnaste eleganti, chi le ginnaste potenti, chi pensa che la artisticità sia grazia e chi pensa che sia interpretazione. Tutte queste opinioni sono rispettabili.
Il problema della femminilità intesa come requisito imprescindibile per un'atleta donna è molto più pericoloso, significa affermare che le donne sono considerate, alla fine dei conti, degli oggetti da ammirare. Ma le atlete non sono lì per mettere in mostra la loro appartenenza a un genere sessuale piuttosto che a un altro, sono lì perché amano lo sport e sacrificano la loro vita per poter gareggiare a livelli agonistici. Non possiamo permettere che si cada nell'errore di pensare che una atleta può "fare cose da uomini" solo a certe condizioni. Sarebbe come affermare che lo sport è una cosa maschile, e come tale va adattato per permettere alle donne, che appunto maschili non sono, di parteciparvi. No, lo sport è universale, è una delle più alte espressioni delle qualità umane, e ognuno con la sua diversità contribuisce a renderlo tale.
Le atlete non possono essere giudicate per il loro aspetto mentre praticano una disciplina sportiva. Esse possono esprimere il loro lato femminile quando, se e come vogliono, che sia in palestra o fuori dalla palestra.
Cosa ne pensate? Sono curiosissima di conoscere la vostra opinione a riguardo!
- Costanza Spagnolo -