I Campionati Russi, tenutisi a Penza la scorsa settimana, si sono rivelati una competizione davvero interessante: graditi ritorni, grandi conferme, inaspettate sorprese, ottimi D score, nuovi elementi.
11 marzo 2015
Dalla Russia a Montpellier - Analisi dei Nazionali, risultati e previsioni per gli Europei
I Campionati Russi, tenutisi a Penza la scorsa settimana, si sono rivelati una competizione davvero interessante: graditi ritorni, grandi conferme, inaspettate sorprese, ottimi D score, nuovi elementi.
9 marzo 2015
Erika Fasana, elogio della rivoluzione silenziosa
Erika Fasana è la nuova leonessa dell'artistica italiana.
E' lei che con caparbietà, determinazione, duro lavoro e passione è arrivata dove nessuna italiana era mai riuscita a spingersi: salire sul podio della prestigiosa American Cup.
Quella stessa American Cup che ha incoronato mostri sacri della disciplina come Nadia Comaneci, Nastia Liukin e Shawn Johnson. Quella stessa American Cup che quest'anno si è tenuta nell' AT&T Stadium ad Arlington (Texas), uno stadio enorme capace di ospitare 105.000 persone. Quella stessa American Cup che ha incoronato per l'ennesima volta una grandiosa e scatenata Simone Biles.
Erika non si è fatta intimorire dalla grandezza dell'arena e dalla difficoltà della competizione, e al suo quarto anno senior raggiunge il più alto risultato individuale della carriera.
Ma ormai Erika ha preso gusto ad essere la prima: prima italiana a presentare il Chusovitina al corpo libero, prima italiana ad accompagnare l'eterna Vani in una finale mondiale al corpo libero e soprattutto prima italiana - lasciatemelo dire - a lanciarsi realmente in un serio aumento di difficoltà su tutti gli attrezzi, a non volare basso, a non accontentarsi mai, a credere di poter realmente competere con le più forti al mondo.
Perchè Erika non si ferma. Non si è mai fermata: carriera junior ricca di successi con le cinque medaglie agli EYOF del 2011; convocazione olimpica, al primo anno senior, con lo storico settimo posto di squadra a Londra 2012; ed è qui che arriva il bello: 2013. Un infortunio alla tibia, già sofferto nel periodo post olimpico, si ripresenta ancora più grave e costringe Erika a fermare la preparazione. Molti si scoraggerebbero, molti impiegherebbero lunghi mesi a ritrovare la forma. Erika no. Erika è ansiosa di tornare a fare ciò che ama, e vuole tornare più forte di prima. Recuperato dall'infortunio, come un'araba fenice Erika rinasce. E che rinascita: prima italiana nell'all around in più competizioni nazionali, seconda italiana a presentare il DTY, seconda italiana a presentare il difficilissimo Silivas, prima italiana a presentare l'altrettanto difficile Chusovitina, per finire con le tre finali mondiali (TF, AA, FX) a Nanning 2014. Ciliegina sulla torta: bronzo all'American Cup.
Vi chiederete tutti: qual è il segreto di Erika? Sembra impossibile scoprirlo...
Invece è molto semplice, ed è racchiuso in tre semplici parole: Passione, Umiltà e Impegno.
Erika ama la ginnastica. Questo è un dato di fatto facilmente intuibile, ma non scontato. Senza la passione, quella vera, ardente, totale, non si va da nessuna parte. Ma a Erika non piace urlare questa passione, buttarla volgarmente in faccia agli altri. La passione che nutre il talento di Erika è espressa con eleganza, con leggerezza, attraverso la concentrazione in gara e l'impegno profuso in ogni cosa che fa.
A mio parere, Erika è quel tipo di sportivo completo, a 360 gradi, perché è anche un modello da seguire. E' una ragazza semplice, spontanea, vera. Ama quel che fa, e proprio per questo non ha bisogno di costruire un personaggio, di trovare escamotage per essere al centro dell'attenzione, non ha "fame di fama". Erika è un modello perché insegna che ogni obiettivo si può raggiungere, ma a una condizione: che ci si sforzi duramente, che si lavori con costanza, giorno dopo giorno, senza vantarsi di ciò che si ha, ma essendo grati per ciò che si è raggiunto. Erika è una ragazza modesta, ma ormai tutti sanno chi è: non per i trucchetti usati per farsi conoscere, ma per i risultati effettivamente raggiunti!
Questa è la ginnastica da ammirare e da lodare: la ginnastica del duro lavoro in palestra, la ginnastica di chi sa che si può sempre dare di più, la ginnastica di chi cade e si rialza, la ginnastica di chi è grato per i risultati raggiunti al di là della medaglia, la ginnastica di chi non si lamenta per il decimo tolto dai giudici ma ringrazia per l'applauso del pubblico, la ginnastica dell'umiltà, la ginnastica della sportività, la ginnastica di una ragazza normale, che non si sente una diva ma appare solare e spiritosa sui social network e quasi timida nelle interviste.
E allora cara Erika, con questo articolo ti ringrazio: ti ringrazio per rendere orgogliosa l'Italia e lo sport italiano, ti ringrazio per essere un modello sano per tutte le bambine che vorrebbero seguire le tue orme, ti ringrazio per essere esattamente come sei.
In bocca al lupo per tutto!
- Costanza Spagnolo -
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